Itinerario 6
Meta di moltissimi Pellegrini che già nel Medioevo, percorrendo la via Francigena, si fermavano per ammirare la chiesa di Santa Maria di Campagna.
Nella zona circostante le chiese sono comunque le protagoniste di questo itinerario: San Sisto, S. Sepolcro, S. Eufemia, S. Bartolomeo, etc., retaggio di una consistente e secolare tradizione cristiana.
Nella zona circostante le chiese sono comunque le protagoniste di questo itinerario: San Sisto, S. Sepolcro, S. Eufemia, S. Bartolomeo, etc., retaggio di una consistente e secolare tradizione cristiana.
Cosa vedere
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Via Cittadella e Palazzo Mandelli
Da Piazza Cavalli si arriva a Palazzo Mandelli percorrendo Via Cittadella e svoltando poi a sinistra per Via Borghetto. Orignari del Milanese, i Mandelli giunsero a Piacenza nel Medioevo e in seguito nel '300 furono marchesi di Caorso. Estintasi la famiglia nel 1827, il palazzo ospitò i duchi, accolse poi la prefettura e l'amministrazione provinciale, infine dal 1913 la Banca d'Italia che negli ultimi anni ha provveduto ad un generale riordinamento. -
Via Borghetto e S. Maria del Carmine
In via Borghetto, col sagrato chiuso da una rete metallica per continui crolli di materiale, troviamo la chiesa di S. Maria del Carmine. Chiusa nel 1810, adibita poi a magazzino militare, fu data in uso a privati e ora abbandonata perchè pericolante. A croce latina con tre navi, sorse nel 1332, affidata ai Carmelitani. Ospito il celebre "capitolo" dell'Ordine ai tempi della riforma voluta da S. Teresa d'Avila (Spagna). Decorata tra il '500 e il '600 deve la facciata all'arch. De Agostini. -
S. Sisto
Da Via Borghetto si arriva a S. Sisto. La chiesa, preceduta da un cortile a portici venne fondata nell'874 dalla regina Angilberga (moglie dell'imperatore Lodovio il Pio) che qui volle la costruzione di un monastero di benedettine. La chiesa fu arricchita di beni e privilegi e potè anche ospitare le reliquie di numerosi santi. Per questa chiesa Raffaello dipinse un'opera sublime, la "Madonna Sistina", che i benedettini vendettero nel 1754 per dodicimila zecchini ad Augusto III re di Polonia. La copia che si trova sul fondo dell'altare maggiore, sarebbe opera del piacentino Avanzini. -
V. Mazzini, V. Poggiali
In via Mazzini troviamo Casa Riccardi - Tedaldi (i Riccardi erano commercianti facoltosi, nel 1697 divennero conti e possedevano questo bel palazzo che un secolo dopo vendettero ai Tedaldi); In via Poggiali troviamo palazzo Paveri Fontana sorto nel '700 e la chiesa di S. Eufemia, una delle più insigni chiese romaniche piacentine. Il primo nucleo del tempio va datato intorno al Mille. Lo snello portico che spicca sulla facciata fu aggiunto dopo il 1100. -
Via S. Bartolomeo
In via S. Bartolomeo e situata la chiesa di S. Bartolomeo. A croce greca e dalle linee tipicamente barocche, fu eretta nella seconda metà del Settecento. La facciata è in cotto e movimentata secondo il gusto barocco. All'interno una grande cupola centrale lascia filtrare luce abbondante. Un tempo, accanto all'antica chiesa medioevale (che non era questa settecentesca), sorgeva un ospedale-ospizio per pellegrini che venne in seguito trasformato in convento. -
Via Campagna
Nell'architettura sacra del Rinascimento spicca la basilica di S.Sepolcro che si affaccia su una piazzetta di Via Campagna, angolo S. Nazaro. Terminata nel 1533 ad opera del piacentino Alessio Tramello, è giunta fino a noi attraverso radicali rifacimenti. Durante il periodo napoleonico la chiesa fu chiusa e adibita a ospedale militare finchè nel 1817 l'intero complesso edilizio fu aggregato all'ospedale civile. La chiesa fu riaperta al culto nel 1903 grazie a Mon. Scalabrini. -
Piazzale delle Crociate e S. Maria di Campagna
Alessio Tramello e il pittore Giovanni Antonio Pordenone hanno forse dato il meglio di sè nella solenne bramantesca mole di Santa Maria di Campagna, così maestosa per accogliere la miracolosa statua della "Madonna della Campagnola" e le folle dei fedeli. Si affaccia sul piazzale detto delle Crociate perché in questo luogo, nel 1095, papa Urbano II indisse la prima crociata. Conserva ancora un ciclo di preziosi affreschi del pittore Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone.